DISEGNO DI LEGGE ZAN CANCELLATO DEFINITIVAMENTE DAL SENATO

Il Senato, nella seduta del 27/10/2021, vota definitivamente CONTRO il disegno di legge Zan e chiude la partita. La libertà di opinione è salva e con essa, la Costituzione italiana…

Perché eravamo contro il disegno di legge ZAN? (contro l'omotransfobia)

Tutti compariremo davanti al Tribunale di Cristo (Romani 14:10) e le nostre opere passeranno come attraverso il fuoco (1 Corinzi 3:15)

Una donna che non ama un uomo che la ama, ha sbagliato mira.

“Peccato” in greco (amartàno) vuol dire “sbagliare mira”!

Un uomo che non ama una donna che lo ama, ha sbagliato mira.

Inoltre l’uomo e la donna che si amano a vicenda, rappresentano l’unione MISTICA di Cristo e del Suo Corpo che è la Chiesa e la Chiesa non è la Chiesa Cattolica, ma l’insieme di tutti i credenti “nati di nuovo spiritualmente” in Cristo Gesù”!

L’uomo deve amare e proteggere la donna come Cristo che ha dato la sua vita sulla croce per il suo corpo (la chiesa).

La donna deve amare il marito come la sposa che ama chi la protegge e la ama.

Tutto ciò che non rientra in questo canone, non è il pensiero di Dio.

Il tradimento rappresenta l’azzeramento di tutte le certezze.

Un uomo che tradisce, toglie alla donna che lo ama e ai figli che lo amano, tutte le certezze che avevano in lui come modello di vita. Viene a mancare in loro il sostegno di stabilità e di fedeltà di ogni rapporto futuro.

E’ come un Cristo che non ama più.

Una donna che tradisce, similmente toglie ai figli l’esempio di una donna riconoscente.

E’ come una chiesa senza Cristo!

Il matrimonio fra un uomo ed una donna è una unione che ha un senso solo in riferimento a Cristo e alla Sua Chiesa che è il Suo Corpo.

Tutto il resto è noia… anzi, tenebre!

Due lesbiche? Hanno sbagliato mira!

Due gay? Hanno sbagliato mira!

Questo è il pensiero di Dio, attraverso la Sua Parola!

Se non vi piace, prendetevela con Dio!

Dio accetta la sfida.

 

Una cosa importante va pure detta

L’unione uomo-donna è benedetta, mentre diversamente è una mostruosità aberrante, come dimostra il seguente quadro:

 

uomo-donna.jpg

 

       Tradire il partner della coppia, significa tradire Dio!

Non è poco. Tutte le problematiche di coppia derivano da questo tradimento.

Il tradimento è la classica pugnalata alla schiena!

La parola “tradimento” deriva dal latino tradére” che vuol dire consegnare, in riferimento a Gesù che venne consegnato ai Romani e quindi “tradito” da Giuda.

La consegna segnò la morte di Gesù Cristo.

Questo tradimento è diventato l’archetipo di ogni altro atto simile.

La psicologia definisce il tradimento come un incubo che cambia per sempre il tradito e il traditore!

Non è facile individuare il vero significato di tradimento, perché si deve prima definire e ricercare quale obbligo morale ha una persona, quali responsabilità si è assunto e quale patto ha stabilito.

Vengono rotti dal traditore, il patto di fedeltà, il patto di collaborazione, il patto di solidarietà fra persone legate ad un qualunque vincolo sociale, religioso, politico o altro.

Quando si fa patto di fedeltà è come garantire un futuro basandolo sulla propria persona. Nessun animale tradisce questo patto: l’uomo sì!

La fedeltà esclude a priori qualsiasi cambiamento dei propri sentimenti!

La propria persona, il proprio corpo, la propria anima, sono dati come garanzia di inalterabilità di un rapporto o di una decisione.

È come costruire un ponte sopra pilastri ben stabili e duraturi. Il crollo di un pilastro significa far crollare tutto il ponte!

L’infedeltà è doppiezza, slealtà, falsità, adulterio, e pure perfidia: un abisso chiama un altro abisso!

La persona fedele costruisce un’immagine di un’unità che diventa il punto di forza per un rapporto stabile, duraturo e soprattutto vantaggioso per tutti. L’infedele è un traditore che deturpa irreparabilmente questa immagine, dichiarandola scaduta o priva di sostanza.

Non c’è cattiveria più grande di quella in cui le vittime sono persone piccole d’età o deboli o non autonome.

Il traditore è incapace di mettersi nei panni del tradito: è un insensibile, privo di compassione e di altruismo, perché pensa solo al suo tornaconto.

Il traditore non pensa al dolore che provoca negli altri danneggiati dal suo comportamento, alla delusione profonda che genera e alla rabbia eterna, che farà nascere nella vittime del suo cambiamento.

L’odio e il rancore sono radici amare, che col tempo saranno più difficili da tagliare.

A volte si tratta di ferite che non rimargineranno più e che condizioneranno per sempre la vita futura di tutti.

Nelle vittime si genera tutto un arcobaleno di sentimenti, che vanno dalla sorpresa di trovarsi in situazioni di estremo disagio, alla rabbia di vedere la cattiveria nel volto delle persone amate e alla vendetta che coverà per sempre nel cuore, al posto della fiducia di base.

L’infedele in pratica è un traditore, uno spergiuro, un fedifrago, uno sleale, una persona che doveva comportarsi in un modo stabilito e ben determinato per il lavoro che svolge, per il ruolo che ricopre, per le responsabilità che si sono assunte e non l’ha fatto.

Il traditore rompe tutti gli schemi e si rende libero di danneggiare e di spadroneggiare, pensando di non dover rendere conto a nessuno se non a sé stesso.

Ha una visione distorta della realtà e della società in cui vive, dove ognuno pensa a sé stesso a danno degli altri.

I latini all’estremo citavano il seguente detto: “Mors tua, vita mea”, senza minimamente porsi il problema delle conseguenze future.

Ci sono infatti altre soluzioni più accettabili e meno dolorose, come cercare di concordare la sopravvivenza dignitosa di tutti, mantenendo un minimo di coesione e di difesa comune.

       Tradire a volte è come uccidere e il traditore può essere considerato alla stregua di un assassino, se ne derivano conseguenze nefaste!

Venir meno alla parola data, significa essere inaffidabili, privi di credibilità e di serietà.

Il traditore non lo vedi subito, ma solo quando viene messo alla prova.

Convivere con un traditore, è come avere una serpe in seno, che ti giudica e ti sfrutta, senza provare amore, affetto, riconoscenza, gratitudine.

Non puoi mai sapere quando colpirà, ma sai che prima o poi colpirà.

E’ come vivere sotto la spada di Damocle, dove tu sei contro tutti e tutti sono contro di te.

Ovviamente non sempre li trovi, ma quando li trovi, lasciano il segno!

Chi inganna e disattende gli obblighi di lealtà e di fedeltà, è un traditore.

 

Associato al tradimento, spesso troviamo la menzogna, perché un abisso chiama un altro abisso (Salmo 42:7) e per tradire, bisogna entrare nell’ottica di negare la verità, che è rappresentata dal proprio egoismo.

Il traditore non colpevolizza mai sé stesso, ma sempre l’altro, mettendosi al di sopra del prossimo. Qua rientrano tante figure di persone doppie e dissociate di cui se ne parla tanto in psicologia e psichiatria.

Molto spesso sono anche dei “deviati” che fanno uso di sostanze stupefacenti o alcoliche o altro. Un tossico, un alcolizzato, un soggetto dedito a vizi e dipendenze patologiche e altro è incapace di pensare al danno che provoca.

       Può capitare che dietro il tradimento ci sia anche una forma di vendetta e di giudizio misto a gelosia.

Il tradimento comunque nega l’amore, il sacrificio, la pazienza e ogni altro sentimento di pietà e di misericordia, parola molto di moda in certi ambienti religiosi catto-islamici.

La verità è molto semplice: “Chi ama, non tradisce”.

Il traditore per eccellenza è e rimane Giuda, che bacia perché ha già venduto il suo cuore per 30 denari. Giuda non ha venduto Gesù, ma il suo cuore!

Domandiamoci allora: “Quanto costa l’affidabilità di un uomo?” 

Ci sono cose che non si possono mettere in vendita e la fiducia è una di esse.

 

La Parola di Dio è chiara e solenne: “fratelli miei, non giurate né per il cielo, né per la terra, né con altro giuramento; ma il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no.” (Giacomo 5:12)

Il cristiano ha una sola parola; non è doppio, né ipocrita, o peggio ancora infido. Lui è lo specchio di ciò che crede, o almeno dovrebbe. Le eccezioni ci sono sempre e i falsi cristiani pure!

Dio odia il falso giuramento: “Nessuno macchini in cuor suo alcun male contro il suo prossimo, e non amate il falso giuramento; perché tutte queste cose io le odio, dice l'Eterno". (Zaccaria 8:17)

       Non mentire contro il prossimo è addirittura un “comandamento di Dio”, il nono!

       Non attestare il falso contro il tuo prossimo.” (Esodo 20:16)

       Tradire è dunque la trasgressione aperta di un comandamento, che chiama inevitabilmente la condanna pesante di Dio!

Dio non farà sconti di pena, ma solo la grazia tramite Gesù Cristo, ma questo è un altro discorso.

è dunque escluso il giuramento finto o con riserva mentale, come sono soliti proporre i gesuiti e anche i giovani moderni, che fanno promesse incrociando due dita di nascosto.

Questa è la morale che si insegna nelle scuole.

Poi ci lamentiamo se vediamo le amicizie che crollano, i matrimoni che saltano, le promesse elettorali non mantenute e le false dichiarazioni pubbliche e private di tanti personaggi della politica, dell’economia, dell’informazione e dello spettacolo.

Certe volte si ha l’impressione che ci sia una sorta di gara a chi tradisce di più.

       Tempi duri per gli onesti, ma è possibile vivere una vita senza alcuna sorta di tradimento o infedeltà.

       Gli esempi ce ne sono tanti nella storia e nella letteratura, segno questo che ogni persona affidabile viene ad essere come un luce in un mondo di tenebre o come una scialuppa di salvataggio per tanta gente bisognosa di solidarietà vera.

TRADIMENTO NELLA COPPIA

 

       Il tradimento nella coppia è un classico. Tradiscono i mariti o tradiscono le mogli o entrambi. In ognuno di questi casi ci sono motivazioni diverse.

       Un uomo in genere tradisce “per natura”, perché è alla ricerca del piacere. La sua “virilità” è estroversa, cioè volta soddisfare i sensi, considerando la donna come un oggetto che soddisfa un desiderio. I freni inibitori sono relativi alla società che frequenta o in cui è inserito. Per l’uomo tradire non comporta grandi sensi di colpa.

       Comunque un uomo moralmente onesto e soddisfatto della propria donna, inserito in un contesto di saldi principi morali e religiosi, difficilmente tradisce.

       La donna tradisce in genere “per convenienza”, perché è insoddisfatta della propria situazione coniugale, familiare o sociale. Se tradisce è perché in genere ha motivazioni di natura introversa, frutto di tremendi sconvolgimenti psicologici che le alterano la percezione degli altri e soprattutto di sé stessa. Si arriva anche al tradimento come una forma di necessario sacrificio, dove lei diventa vittima e carnefice.

       Anche qui, in genere, una donna, innamorata del suo uomo pienamente affidabile e responsabile, appagante sotto tutti gli aspetti, difficilmente tradisce.

       La Parola di Dio in tal senso ha scritto le più belle pagine di appartenenza reciproca psicologica e fisiologica, nel Cantico dei Cantici e nell’Epistola ai Corinzi, come la ricetta perfetta per un’unione che non è solo fisica, ma soprattutto spirituale.

       L’apostolo Paolo parlando della coppia cristiana, mette questo caposaldo, infrangendo il quale, si assiste alle migliaia di sfumature di situazioni disagevoli.

       Apriamo brevemente il discorso sul sesso, all’interno della coppia, preferibilmente sposata.

Dio benedice la coppia e la protegge "regalando" momenti di unione, che senz’altro servono a cementare la confidenza e a condividere tutto l’uno dell’altra, senza veli e senza vergogna.

Ogni sentimento che altera l’unione sessuale benedetta da Dio, è estraneo al pensiero di Dio!

Su tale argomento infatti l’apostolo Paolo precisa sul matrimonio che: “Or quant'è alle cose delle quali m'avete scritto, è bene per l'uomo di non toccar donna; ma, per evitar le fornicazioni, ogni uomo abbia la propria moglie, e ogni donna il proprio marito. Il marito renda alla moglie quel che le è dovuto; e lo stesso faccia la moglie verso il marito.”

È facile capire a quali doveri coniugali ci si riferisca o si alluda.

Poi prosegue: “La moglie non ha potestà sul proprio corpo, ma il marito; e nello stesso modo il marito non ha potestà sul proprio corpo, ma la moglie. Non vi private l'un dell'altro, se non di comune consenso, per un tempo, al fine di darvi alla preghiera; e poi ritornate assieme, onde Satana non vi tenti a motivo della vostra incontinenza.” (1 Corinzi 7:1,3-5)

       L'unità marito/moglie ha per Dio un grande significato, perché Dio Padre ha anticipato questo discorso, pensando al Suo Unigenito Gesù Cristo e alla Sua Chiesa (Capo/Corpo).

Dio è ordine e ogni cosa da Lui creata ha un ruolo e un posto ben preciso: il difficile è scoprirlo, o, come in questo caso, accettare le "spiegazioni" di Dio!

Il termine latino “coniugio”, indicando il matrimonio, esclude sia il concetto di parentela, che di affinità. Moglie e marito, tra di loro, non sono né parenti e né affini, ma sono tutt’uno!

Si tratta di una strana matematica, dove uno più uno, fa uno!

Nel rapporto coniugale moglie e marito non sono legati, né da parentela, né da consanguineità, né da affinità, ma dalla “coniugio”, cioè da una unione fisica e spirituale, costituendo un’unica unità dove non esiste più l’io, ma il NOI. Tutto si fa insieme e l’uno appartiene all’altra.

Si instaura una condivisione e un’appartenenza, dove un cognome assembla tutti in un rapporto di reciproca fiducia.

La Bibbia spiega tale unità marito/moglie riferendola a Gesù Cristo: quando Dio creò Eva “per Adamo”, Dio pensava sicuramente anche alla creazione della Chiesa “per Suo Figlio Gesù””!

Il discorso è un discorso d'AMORE: "Mariti, amate le vostre mogli, COME anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, al fine di santificarla, dopo averla purificata col lavacro dell'acqua mediante la parola, al fine di far egli stesso comparire dinanzi a sé questa chiesa, gloriosa, senza macchia, senza ruga o cosa alcuna simile, ma santa ed irreprensibile." (Efesini 5:25-27)

Nel capitolo 5 dell'epistola agli Efesini il termine "come" è ripetuto tante volte dal versetto 22 al 33.

Questi "come" sono la chiave di lettura delle due unità marito/moglie, Cristo/Chiesa.

Come la Chiesa "appartiene" a Cristo, così ogni Eva "appartiene" al suo Adamo.

La parità tra marito e moglie agli occhi di Dio non esiste, perché i ruoli sono diversi.

Su questo non ci sono né eccezioni di comodo, né deroghe di marca femminista, né deviazioni omosessuali, né altra variazione.

Dio è ordine, non confusione.

Non è possibile derogare, perché nel testo biblico c'è un "come" che mette in luce un parallelo che è VITALE: Cristo ha dato la vita per la Chiesa; allo stesso modo il marito deve dare la vita per sua moglie!

Cristo ha amato fino alla fine; anche il marito ami fino alla fine!

Cristo non ha amato un altro Cristo!

La Chiesa non è stata amata da un'altra Chiesa!

PERCHÈ IL VANGELO NON AMMETTE LE COPPIE GAY?

PERCHÈ L'UNIONE FRA UNA DONNA ED UN UOMO RAPPRESENTA L'UNIONE FRA CRISTO E LA SUA CHIESA...

Cristo ha un solo corpo: la Chiesa, per la quale ha offerto se stesso in sacrificio di purificazione.

A queste condizioni, Cristo è il capo!

Alle stesse condizioni l'uomo è il capo!

COME Cristo non abbandonerà mai la sua chiesa e non la tradirà mai, perché vive per edificarla, per santificarla, per sostenerla, per istruirla, per aiutarla, per difenderla, per amarla... COSÌ il marito dovrà fare nei confronti di sua moglie!

Cristo è l'esempio di come un uomo deve amare la sua donna, che è il suo proprio corpo, esattamente come Cristo ama la Chiesa che è il Suo Corpo.

Cristo è CAPO della Chiesa. 

LA CHIESA NON PUÒ AVERE ALTRI CAPI!

Un corpo con più CAPI, sarebbe un corpo mostruoso.

All'inverso, la Chiesa è soggetta a Cristo, il Capo. 

Una chiesa che non ha Cristo come CAPO, non è IL CORPO di Cristo!

Una Chiesa "ribelle" al Capo, è un Corpo "decapitato", perché non soggetto agli ordini del Capo...

Se il corpo è unito alla testa, il corpo prende ordini dalla testa! Occorre però che la testa sia "capace" di dare ordini al corpo!

Non esistono teste vuote.

Gesù è capace di dare ordini al Suo Corpo, perché lo ha dimostrato "amando", in piena disponibilità, in piena coscienza, in piena volontà, in piena potenza, in piena gloria di Dio!

Un marito così è perfetto!

La Chiesa ce l'ha!

E la donna? Deve tendere ad averlo!

E' vero: occorre che il marito non abbia la testa vuota, ma che abbia dentro la sua testa il Capo Gesù Cristo, così la moglie non ubbidisce alla testa umana, ma alla testa divina dentro di lui.

"Mogli, siate soggette ai vostri mariti, come al Signore; poiché il marito è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, egli, che è il Salvatore del corpo." (Efesini 5:22-23)

Mariti, avete il CAPO dentro di voi?

E come fa vostra moglie ad essere soggetta al Signore, se il Signore NON STA dentro di voi?

La Chiesa, soggetta al Capo, è in realtà soggetta a Dio, perché c'è Dio dentro il Capo, anzi il Capo è Dio stesso!

Il discorso è chiarissimo e semplicissimo, per chi lo vuole intendere!

"Ma come la chiesa è soggetta a Cristo, così debbono anche le mogli essere soggette ai loro mariti in ogni cosa.

"Questo mistero è grande; DICO QUESTO, RIGUARDO A CRISTO E ALLA CHIESA." (Efesini 5:32)

Adesso parliamo di tradimento…

Un uomo che tradisce, non è solo un “adultero”, ma è l’anti-Cristo.

Nella coppia, ripetiamolo all’infinito, l’uomo rappresenta Gesù Cristo e la moglie impersona la Chiesa.

Gesù Cristo non tradisce la Chiesa, il Suo Corpo, anzi le dà sicurezza, amore e fedeltà.

Per l’apostolo Paolo e anche per Dio, l’uomo NON E’ PADRONE DEL SUO CORPO!

A queste condizioni, nessuna donna darebbe il corpo di suo marito ad un’altra donna.

Scatta una giusta, sana ed immancabile gelosia!

È cambiata la prospettiva!

La stessa cosa è per il corpo della donna, che nessun uomo sano di mente e doverosamente geloso, darebbe ad un altro uomo!

I papponi non amano, ma sfruttano!

Adesso vediamo gli effetti distruttivi del tradimento.

Prendiamo un UOMO sposato che va con un’altra donna: saltano di colpo tutte le sue promesse di fedeltà e d’amore, di protezione e di assistenza, di solidarietà e di appartenenza.

Gli accordi, gli impegni, i giuramenti e ogni altra forma di legame, diventano carta straccia.

Da una parte abbiamo il traditore, dall’altra abbiamo i traditi: la moglie e i figli.

Un uomo che tradisce la moglie, rappresenta un Gesù Cristo che tradisce la Chiesa: questo è inammissibile, improponibile e impossibile.

Chi tradisce la moglie incarna un Cristo al contrario, un anti-Cristo.

L’adultero si rivolge “ad alteram”, cioè ad un’altra donna, azzerando tutte le rassicurazioni date in precedenza alla sua sposa.

In questo sta la perfidia: sta nel fatto di ferire i sentimenti consolidati e di distruggere il piedistallo di stabilità socio-affettiva, creatosi sulla sua persona.

È come una colonna che crolla, un pilastro che cede e chi sta nell’edificio, fugge nel panico di venire travolto dalle macerie.

I figli ricevono questo duro insegnamento di un mondo che crolla, con tutte le sue certezze. Sono segnati a vita!

Il fedifrago distrugge la figura di padre, che i figli avevano.

Il risultato è disastroso, perché crea nei figli il bisogno di rivolgersi verso altre figure, più affidabili o sostituendo al padre sé stessi.

Un figlio può perdere l’identità maschile, e una figlia può dichiararsi maschio in un rapporto fra donne.

La devastazione degli affetti, porta al disprezzo della vita, alla depressione più o meno latente, all’accettazione di situazioni masochistiche o lesive della sua dignità.

Basterà una causa scatenante per far riaffiorare in qualunque momento della loro vita, il violento disagio sopportato!

Un padre che tradisce è l’esempio deleterio, che anche i figli potranno seguire da adulti, sfoderando il cinismo più becero.

Nasce nei figli un senso di colpa, che difficilmente potranno gestire…

Da un modello di famiglia “spezzata”, nasceranno altre famiglie che si spezzeranno con molta disinvoltura.

La colpa dei padri si ripercuoterà sulle generazioni future!

 

Una DONNA che tradisce invece è come la Chiesa che tradisce Dio.

È semplicemente orribile!

Espone tutta la famiglia all’infamia, e porta i figli sulla strada della perdizione.

Da un punto di vista spirituale, la donna porta i demoni a casa, per fare scempio di tutti gli affetti presenti in essa. I figli si drogheranno e proveranno odio inconscio.

       Tradire Dio, apre la strada all’ateismo, al cinismo religioso, al disprezzo della persona umana in generale ed in particolare di sé stessi e del padre.

       Chi tradisce, spezza la sacralità del  “noi”, rovina la coesione, si allontana come un reietto, con conseguenze drammatiche che colpiscono inaspettatamente tutti gli interessati.

Una cosa è sicura: il tradimento lede il rapporto a due, rompendo il patto garante dell’intimità e della complicità, l’unità sociale e familiare, intaccando la dignità del partner e distruggendo quanto fino a quel momento si era condiviso.  

Il traditore e il tradito non saranno più gli stessi: qualcosa di grave è accaduto. 

Tutto quello in cui si era creduto, sembra non aver più alcun valore, tutto diventa vulnerabile, fragile, e tutte le certezze relazionali si scompongono fino a perdere la loro stessa definizione: i figli non sono figli, la moglie non è più moglie e il marito non è più marito.

In un secondo momento può anche nascere la rabbia e la vendetta e il senso di colpa per aver creduto, per esserci fidati, per non aver immaginato la possibilità di una rottura dei sentimenti e dei rapporti.

Si cercano nei meandri della memoria quei segnali che avrebbero dovuto far scattare i sensi di disagio e di colpa. Si acuisce il sentimento del vittimismo, sicuramente presente in un rapporto non più paritario e si aprono ferite, che spingono a reazioni ugualmente cruente.

Ogni rapporto futuro è come un costruire sulle macerie e sulle rovine, dove l’istinto bestiale ha spinto a seguire i propri istinti a scapito dei propri sentimenti ed impegni!

E’ la vittoria dell’istinto sul “super-Io”.

La propria libidine è diventata droga, il proprio egoismo è diventato violenza, la propria infedeltà è diventata perversione.

È come una corda che si spezza ed ogni aggiustamento mostrerà sempre un nodo, che prima non c’era.

In certe situazioni, la corda si riempie di nodi, finché diventa troppo corta, per continuare a farne e si può arrivare a gesti estremi, di difficile comprensione.

Risulta acclarato che il suicidio e l’omicidio sono studiati come fenomeni “sociologici”, non solamente psicologici...

Una situazione di sfascio familiare può portare a disturbi fisici quali la perdita del sonno, l’ansia, disturbi digestivi, irregolarità del ciclo, somatizzazione della tristezza, dell’angoscia, della paura, con senso di rinuncia, di depressione, di esaurimento, di mancanza di forze, della perdita di interesse, di sensi di colpa, ecc.

 

LA POSIZIONE DELLE CHIESE EVANGELICHE

AEI ED EVANGELISMO ITALIANO: NO AL DDL ZAN, SI AL PLURALISMO

Per gli evangelici la legge va profondamente cambiata o ritirata.

Roma (AEI), 29 giugno 2021 – In merito all’animarsi del dibattito sul Ddl Zan nella società italiana e ad alcune prese di posizione pubbliche assunte di recente da alcuni soggetti religiosi, l’Alleanza Evangelica Italiana e la maggioranza dell’evangelismo italiano, ed in particolare la Chiesa Apostolica in Italia, le Chiese Elim in Italia, le Congregazioni Cristiane Pentecostali, l’Unione delle Chiese Bibliche Cristiane, La Chiesa Cristiana Pentecostale Italiana, le Chiese Evangeliche Riformate Battiste in Italia, la Chiesa del Nazareno, le Chiese Pentecostali Rumene in Italia e numerose altre opere evangeliche e pentecostali italiane intendono esprimere e ribadire la propria valutazione sull’argomento per il bene della società italiana.

A differenza della frangia del protestantesimo storico che si è espresso in modo favorevole al ddl Zan, il protestantesimo evangelico maggioritario in Italia individua in esso delle criticità che mettono a rischio la libertà e la qualità del pluralismo in Italia.

Mentre riconosciamo l’esigenza di prevedere sanzioni pesanti contro chi calunnia, ingiuria o denigra le persone in base al loro orientamento sessuale, riteniamo che la previsione di tale tutela delle persone non possa andare a discapito della libertà di pensiero e di parola. In una società laica e plurale, deve essere riconosciuto a tutti il diritto di pensare e di esprimere le proprie convinzioni, anche in materia di orientamento sessuale. Ad esempio, una legge non può impedire che alcuni cittadini, associazioni, chiese e gruppi sociali chiamino “peccato” e pertanto denuncino come immorale un comportamento che la loro fede e la loro coscienza ritiene tale.

A tal proposito esprimiamo ferma preoccupazione per alcuni elementi presenti nel ddl Zan. Con un linguaggio vago e generico il testo parla di “discriminazione” contro le persone LGBTI come fattispecie di reato distinta dalla violenza e dall’istigazione. Ma cosa vuol dire in concreto? Mentre l’istigazione alla violenza va combattuta penalmente e soppressa, cosa vuol dire “discriminare”?

Il provvedimento, inoltre, con la spada di Damocle della denuncia penale e prevedendo un’imposizione culturale verso la scuola, tenderà certamente a criminalizzare le differenze ideologiche sull’identità umana, sessualità, matrimonio, educazione dei bambini, per tutti coloro che non sono d’accordo con le tendenze “politicamente corrette”. Per queste ragioni, crediamo fermamente che il provvedimento debba essere sensibilmente cambiato.

Riguardo la recente nota del Vaticano, che ha destato ampio dibattito sui mezzi di comunicazione, mentre condividiamo appieno alcune sue preoccupazioni sulla libertà di parola e di religione, riteniamo che essa sia ascrivibile ad uno schema concordatario che andrebbe urgentemente superato in un paese avanzato come l’Italia. Altresì osserviamo come sia anche ravvisabile un’imitazione viziosa: anche il ddl Zan, al pari del modello concordatario, aspira ad instaurare una egemonia culturale privilegiata di una parte, anziché promuovere una società davvero libera e pluralista.

Per approfondire con maggior dettaglio le nostre posizioni, richiamiamo integralmente quanto l’Alleanza Evangelica Italiana ha già espresso nell’audizione informale in Senato del 27 maggio 2021, quanto sarà espresso dalla Chiesa Apostolica in Italia il prossimo 30 giugno 2021 come anche il documento che sarà rilasciato nei prossimi giorni dalle Chiese Elim in Italia.

 

Fonte:

https://www.alleanzaevangelica.org/index.php/news/9-attualita-italia/1201-aei-ed-evangelismo-italiano-no-al-ddl-zan-si-al-pluralismo?fbclid=IwAR0uzm9nJAitul3rB2VMUQ1185lC5degDB9WYdskcA0zTyPYAJS-jRj_blA